"Crediti ECM, quante novità!"
Dalla proroga al 2021 sul completamento dei crediti, alle possibili sanzioni in caso di inadempienza, fino alle nuove modalità di formazione a distanza.
La scadenza per il completamento dei crediti formativi del triennio precedente è slittata al 2021. Cosa prevede la norma?
La situazione è questa: abbiamo un nuovo triennio alle porte, ma per il 2020 il parlamento ha elaborato due norme: la prima prevede un bonus di 50 crediti per quest’anno, destinato alle categorie professionali di medici, odontoiatri, infermieri e farmacisti. Ciò significa che i 50 crediti del 2020 s’ intendono già maturati per tutti coloro che hanno continuato a svolgere la propria professione in questi mesi di emergenza. Per tutti questi professionisti dunque il debito formativo dell’anno corrente è da considerarsi in qualche modo “assolto”. Esiste poi una seconda norma, secondo la quale questo bonus andrebbe applicato anche altre professioni sanitarie, dunque servirebbe una sorta di accorpamento. Ma al di là del carattere normativo, si riparte con il 2021 con i nuovi crediti formativi e, al tempo stesso, con gli obiettivi fissati al 2020 che vengono spostati al 31 dicembre 2021, ivi compreso il recupero crediti del triennio precedente.
In caso di inottemperanze, cosa si rischia?
Se non si raggiungeranno gli obiettivi, si apriranno due possibili strade: una penalizzazione per lo stesso medico oppure una sanzione quindi su questo punto si dovrà decidere cosa fare. I problemi inoltre, ci tengo a sottolinearlo, sono di carattere medico-legale: se un professionista non si è adeguatamente formato e non ha raggiunto il numero di crediti Ecm richiesti, qualora dovesse incappare in qualsiasi tipo di incidente sul paziente, ne risponderebbe anche a livello di mancata formazione. Ciò varrebbe anche in caso di errore involontario sul paziente. Perciò formarsi ed essere in regola è molto importante.
Certamente la pandemia non ha reso più agevole la formazione. A che tipo di novità andiamo incontro?
Le attività formative in presenza, con l’ultimo dpcm del 24 ottobre scorso, sono attualmente sospese. Ma sono ugualmente valide tutte le altre modalità di formazione, come le FAD e gli incontri virtuali svolti tramite videoconferenze. Per il futuro inoltre vorremmo modificare le modalità di formazione Ecm, valutando anche nuove alternative per incentivare le attività formative, tenendo conto ad esempio del lavoro che il singolo professionista svolge. Molte categorie della sanità sono ad oggi in sofferenza perché si tratta di lavoratori precari e perché non viene riconosciuta l’attività didattica e di ricerca; invece dovremmo valutare anche la formazione sul campo, l’attività nei reparti, lo studio specifico di un caso che è formazione; insomma dovremmo considerare una serie di strumenti che oggigiorno i medici utilizzano, e che consentono loro di aggiornarsi sul campo, e non sono attualmente compresi nel manuale della formazione. Vorremmo trovare la chiave per far rientrare questo tipo di attività nella formazione medica.